Secondo un
sondaggio del 2017 dell'American
Psychological Association, l'80
percento degli americani ha sperimentato almeno un sintomo fisico o emotivo di
stress nel mese precedente, come mal di testa (34 %), senso di
sopraffazione (33 %), nervosismo o ansia ( 33 %) e depressione
(32 %). Gli adulti di
oggi hanno maggiori probabilità di riconoscere la connessione tra stress,
salute fisica e mentale rispetto agli anni precedenti ed il 36 %
identifica il bisogno di una riduzione dello stress come una priorità
personale. Per questo motivo esiste una miriade di trattamenti anti-ansia in
incremento, tra cui la terapia comportamentale, i farmaci e terapie olistiche o
semplici massaggi rilassanti nei centri del benessere.
Tra le terapie
naturali ufficialmente utilizzate, sia da chi pratica medicina tradizionale,
omeopatica o allopatica, quelle che prevedono l'utilizzo di piante adattogene
sono in incremento.
L'uso di erbe è
il metodo più antico che la medicina cinese orientale e Ayurveda da quasi 4000
anni utilizzano. Tuttavia,
la nozione secondo cui alcune piante erbacee possono aiutare ad alleviare lo
stress cronico esiste da
circa 60 anni anche nella medicina occidentale, quando la ricerca scientifica definì gli adattogeni come composti
non tossici, con meccanismi di azione ed effetti farmacologici legati
all'adattabilità e alla sopravvivenza umana ed animale.
La teoria è che i
composti adattogeni influenzino
diversi mediatori chiave della risposta adattiva allo stress sia all'interno
che all'esterno delle cellule, avendo così uno spettro più ampio di
azione rispetto ai farmaci tradizionali che hanno come target un sintomo o una
malattia. Ad esempio, gli adattogeni sono caratterizzati come eustressori, o
"buoni fattori di stress", che inducono risposte di protezione dallo
stress. Stimolando l'espressione
e il rilascio dei mediatori della risposta adattiva allo stress, gli adattogeni
possono contribuire ad aumentare la tolleranza del corpo allo stress. Con lo stress
cronico legato a effetti avversi sulla salute come disfunzioni cognitive,
emotive e comportamentali, oltre a un aumento dell'infiammazione nel corpo che
potenzialmente porta a malattie cardiovascolari, diabete, cancro, sindromi
autoimmuni e malattie mentali, alleviare o limitare lo stress in corso e la
salute a lungo termine in generale. È qui che le piante adattogene possono
giocare un ruolo terapeutico, in quanto sono state trovate per normalizzare
cortisolo e corticosterone cronicamente aumentati - ormoni dello
stress che sono stati collegati a ansia, depressione, disturbi digestivi e
altri problemi di stress cronico.
Tuttavia, il
Centro nazionale per la salute complementare e integrativa del National
Institutes of Health sottolinea la cautela nell'usare rimedi erboristici a
causa di prove scientifiche limitate. Attualmente, ci sono circa 70 piante di
erbe citate in letteratura con proprietà adattogene, tra cui ginseng, Rhodiola Rosea, la radice di
maca e la Moringa Oleifera. Quest'ultima erba dal gusto pepato viene utilizzata
in piatti saltati in padella e zuppe piccanti per la sua composizione proteica
(di tutti gli aminoacidi essenziali) e come trattamento per una serie di
condizioni tra cui ansia, asma, diarrea, febbre, artrite, malattie degli occhi
e indigestione. La Moringa Oleifera è utilizzata da millenni a tale scopo e
sempre più in laboratorio per sperimentazioni oncologiche specifiche. Studi in vitro su
animali ed in vivo sull'uomo rivelano che quest'ultima pianta può avere azioni
terapeutiche, inclusi effetti adattogeni, antimicrobici, antinfiammatori,
cardio-protettivi e immunomodulatori.