DIGIUNO INTERMITTENTE. COS'E' E PERCHE' non FUNZIONA?

05.06.2019
Il digiuno intermittente sta diventando un modo sempre più popolare per perdere peso. Di cosa si tratta? E' sicuro? 

Secondo un sondaggio dell'International Food Information Council Foundation, il digiuno intermittente (IF) era la dieta più popolare dell'anno scorso su modelli americani proposti dai social, insomma l'ennesima deformazione di una tecnica utilizzata da oltre 50 anni che emulava il ramadam o altre forme di digiuno a carattere religioso. 
Ma senza addentrarci nella preistoria, anche solo nel dopoguerra italiano i nostri antenati praticavano una sorta di periodo di digiuno forzato perché i pasti erano limitati e porzionati ad orari precisi dopo ore di lavoro stremante.

 Il digiuno intermittente può assumere molte forme diverse, che dipendono dal metabolismo basale della persona e dalla sua risposta. In ogni caso, comporta sempre periodi di tempo in cui si consumano pochissimi alimenti, a intervalli regolari. Ecco qualche modelli di digiuno:

La dieta 16: 8 prevede il digiuno per 16 ore al giorno e il consumo entro una finestra di otto ore. Di solito viene si mangia solo dalle 12:00 alle 20:00. 

La dieta 5: 2 prevede di consumare solo il 25% di un apporto calorico normale in due giorni non consecutivi alla settimana. 

Cosa dice la scienza? il digiuno alternativo ha portato ad una fame intensa ed è stato quindi considerato poco pratico. Ecco perché questa tecnica viene usata solo in casi particolari con scopi che esulano dal semplice dimagrimento. Per esempio in pazienti oncologici oppure persone e bimbi che assumono eccessive quantità di zuccheri e prodotti altamente processati. 

 


Ma al giorno d'oggi siamo costantemente esposti a cibo che recuperiamo in qualsiasi momento ed ambiente. Conduciamo inoltre vite molto meno attive, dove il semplice camminare è imposto. Insieme, questi fattori hanno causato un'epidemia di obesità.
E' vero anche che la persone sono curiose e alla continua ricerca di una strategia che magicamente e senza sforzi permetta loro di raggiungere un obiettivo ideale. 
Dire semplicemente alle persone di mangiare una dieta sana ed equilibrata non sembra funzionare su alcuni soggetti perché pensano ancora che il castigo e la sofferenza possa premiarli. 

 


Ecco come l'IF ha preso piede nella vita comune. Il problema aumenta quanto una pratica dietoterapica viene rivisitata dalla popolazione obesa stessa: l'IF non esclude più gruppi alimentari specifici (grassi, zuccheri o carboidrati). Rimane solo un orologio a scandire quello che diviene una sorta di bulimia ad orario. Forse è proprio la componente patologica a creare parte del suo fascino.

 


Ecco perché questo modello di IF popolare non funziona.

Questo modello "popolarizzato" è pericoloso per 3 aspetti. 

1- Creare in totale autonomia un deficit calorico è sbagliato perché si attivano o esasperano comportamenti psicologici sbagliati

2- Il metabolismo si blocca e non si attiva. 

3- Non è prevista nessuna correzione nutrizionale perché non ci si pone le seguenti domande: quale categoria di alimenti ridurre oppure cosa si fa di sbagliato nella routine quotidiana? Ma del resto non è possibile, senza adeguata strumentazione, rispondere.  

Quali sono le controindicazioni di un uso non idoneo della IF? 

Squilibrio pancreatico, sviluppo di DCA, incremento delle patologie croniche, aborto spontaneo, perdita del latte (in allattamento), comparsa o incremento delle ulcere gastriche, squilibri metabolici ed altro ancora. 

Le diete a contenuto calorico hanno tutte un impatto simile sulla perdita di peso, ma la dieta che ha davvero successo è quella che le persone possono sostenere a lungo termine (che non portano troppo alla voglia di sgarri) e dettate da uno cambiamento dello stile di vita. L'auto-analisi e le "diete del momento" hanno incrementato l'obesità e diffuso ancora più false credenze in ambito nutrizionale. L'unica dieta valida è quella proposta da uno specialista. 

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Dr.ssa Grazia Sardanu
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FONTE: Annual Review of Nutrition 2017

 

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