Riassumendo, questo è il primo studio comportamentale a
mostrare un collegamento diretto e relativo tra l'esposizione dei bambini agli
spot televisivi di prodotti spazzatura (biscotti,
merendine, cereali ad alto contenuto di zuccheri) e il loro successivo consumo ed incremento.
Lo studio concludeva con delle considerazioni importanti: "Ci
sono azioni a livello politico che potrebbero essere implementate per ridurre i
bambini esposizione al marketing alimentare e per migliorare la qualità degli
alimenti commercializzati ai bambini e noi come genitori dovremmo avere la possibilità
di vedere la pubblicità senza che questa sia rivolta ai nostri figli e alle
loro esigenze". Insomma, sarebbe violenza psicologia quella che viene fatta sui nostri figli.
Ridurre la commercializzazione di alimenti ricchi di
zuccheri ai bambini può in definitiva migliorare la qualità della dieta e
ridurre il rischio di obesità e malattie croniche correlate tra i bambini a
livello di popolazione. Ma cosa facciamo a riguardo?
Spesso capita che siano in genitori i primi soggetti influenzati dalla pubblicità. Volete un esempio? Cosa si mangia nella tipica colazione italiana? biscotti, merendine e cereali pieni di zucchero. Vi sembra davvero un pasto? Vi sembra sano? Ecco, è questo il punto. E' emerso che gli italiani non sanno più distinguere alimenti "spazzatura" da alimenti sani. Spesso confondono le pubblicità con la verità. Tutto condito con una abbondante manciata di "io so benissimo cosa fa male e cosa devo mangiare". Eppure siamo i primi in Europa per obesità infantile. E' ora di cambiare, se non per noi stessi, almeno per il futuro dei nostri figli che da obesi vivrebbero 30 anni in meno!